Logopedia per artisti

Il vero Artista – dice Guhel, deve essere nato tale come il vero poeta; ma in realtà si diventa artisti soltanto con l’aggiungere alle doti ricevute dalla natura, il proprio lavoro, la propria volontà e la pienezza delle cognizioni acquistate. Io sono pronto ad ammettere che le ricerche fisiologiche e gli studi anatomici non abbiano mai formato una grande artista; ma lo sarei molto meno se si dicesse che un’Artista è stato danneggiato dal possesso di queste cognizioni. ( A. Bach 1884)

Dott.ssa Marina Tripodi – Esperta in vocologia artistica/vocal trainer

TRATTIAMO LA VOCE

Secondo noi trattare “la voce” è un compito di enorme responsabilità, la voce è il primo mezzo che mette in comunicazione gli individui fra loro, la possibilità che venga a mancare o che non sia efficiente per l’uso quotidiano rende l’uomo fragile generando frustrazione.

A volte basta veramente molto poco, affinché questo non accada. Prendersi, in ogni caso, “cura” della nostra voce (anche in assenza di patologia specifica accertata), può migliorare il nostro modo di vivere.

Una buona terapia, un buon training vocale rinforzano le abilità comunicative ottimizzando l’espressività di ognuno di noi.

Dott.ssa Marina Tripodi – Esperta in vocologia artistica/vocal trainer

LOGOPEDIA PER ARTISTI

Da una breve indagine condotta sulle figure professionali inserite all’interno dei Talent, i Format dei programmi televisivi non prevedono la presenza di un esperto (laureato) in vocologia artistica. Attualmente tutta la preparazione, il coaching della voce dei partecipanti (cantanti attori), è affidato a vocal coach la cui formazione è basata soprattutto sul proprio percorso esperenziale, ma è priva di preparazione specifica inerente alla prevenzione e alla abilitazione dell’organo vocale ed alla sua eventuale riabilitazione. Molti sono gli artisti che si sono dovuti fermare a causa dei problemi vocali insorti durante concerti, spettacoli, tournée. Molti di loro sono ricorsi anche alla chirurgia.

L’orientamento attuale è quello di creare un’equipe multidisciplinare che miri alla formazione ed al potenziamento dell’organo vocale salvaguardandone l’integrità. Il programma di training curato dal logopedista esperto in vocologia artistica potrebbe coadiuvare il lavoro svolto dall’insegnante di canto e dal coach della voce, ottimizzando cosi le risorse dell’artista che si stà seguendo.

La formazione del logopedista vocal trainer prevede uno studio specifico e meticoloso di tutti gli aspetti legati alla crescita artistica e in particolar modo spazia dalla fisiologia e anatomia della laringe, alla tecnica vocale fino alle conoscenze teorico musicali. Il logopedista Vocologo ha competenze tali da mettere in condizione, il performer vocale che segue, di saper affrontare in modo tecnico, autonomo e competente l’ambiente professionale salvaguardando il proprio organo vocale. Il cantante e l’attore professionista non si concentreranno solo sullo studio del repertorio ma avranno accesso a tutti i generi del panorama musicale e attoriale e saranno in grado di gestire, in modo competente e sicuro, le richieste del mercato

“Quando si parla di voce si parla di un Universo che non può prescindere dalla multifattorialità degli eventi a cui va incontro”

Il training  proposto nella mia metodologia si affianca ed ottimizza lo studio del canto durante l’esecuzione  del brano. L’artista, reduce da un allenamento specifico   maturerà  attraverso un percorso di coscienza corporea, maggiore elasticità mentale e fisica   affrontando così la performance in maniera più agile e senza incorrere in sforzi vocali nocivi, soprattutto potenziandone le qualità.

Analizza la tua voce

FONETOGRAFIA

Questo esame è utilizzato molto per inquadrare i cantanti nell’esatto registro vocale. 

Maggiori dettagli

Molte delle problematiche della voce dei cantanti nascono dall’assegnare un registro vocale sbagliato esempio un mezzosoprano a soprano o un baritono da basso. La metodica rappresenta graficamente e misura l’intensità minima e massima di emissione vocale alle diverse frequenze, dalle più gravi alle più acute.

È dunque una rappresentazione dell’entità del campo vocale del soggetto. In ascisse è riportata la frequenza ed in ordinata l’intensità; il grafico risultante (Fonetogramma) è essenzialmente costituito da due linee: la cosiddetta «curva dei piani» che rappresenta l’estensione vocale alle più deboli intensità,  e la «curva dei forti» che indica l’estensione alle intensità più elevate. Operativamente, ad esempio mediante una tastiera sonora, viene prodotto un suono che il soggetto deve riprodurre alla massima e minima intensità; se l’altezza del vocalizzo eseguito corrisponde a quella richiesta dall’esaminatore, l’intensità rilevata con un fonometro, posizionato a 30 cm dalla bocca, è riportata sul grafico in corrispondenza della frequenza fondamentale emessa. Una tale modalità può essere lunga e laboriosa, poiché richiede da parte dell’esaminando e dell’esaminatore un «orecchio musicale».

Queste difficoltà sono attualmente superabili con metodi informatici che utilizzano software che consentono la rilevazione del campo vocale anche in soggetti «stonati», richiedendo l’esecuzione alla massima e alla minima intensità di una scala musicale o di una «sirena», che dalla nota più grave arriva fino a quella più acuta.

MDVP e Vocaligramma

Il segnale vocale è un suono complesso quasi periodico, presenta cioè, anche se prodotto con la massima stazionarietà e da un soggetto normofonico, variazioni del Periodo Fondamentale e dell’Ampiezza, a breve e/o a lungo termine.

Maggiori dettagli

Le modificazioni casuali a breve termine (microperturbazioni) del Periodo Fon- damentale, e quindi della fo, sono definite come jitter, mentre quelle dell’Ampiezza come shimmer.

Le variazioni regolari delle stesse caratteristiche del segnale a lungo termine (più o meno periodiche) costituiscono al contrario le così dette modulazioni di Frequenza ed Ampiezza (tremori di Frequenza ed Ampiezza) e di esse è calcolabile sia la frequenza che la profondità 15.

Oltre a questi parametri è stato poi introdotto anche il rapporto fra energia ar- monica e disarmonica (HNR: Harmonic to Noise Ratio) o il suo «inverso» (NHR: Noise to Harmonic Ratio), la quantificazione della diplofonia semplice o multipla, la misurazione delle interruzioni momentanee o irregolari dell’emissione.
Il software MDVP (Multi-Dimensional Voice Program), supportato dal sistema CSL, con frequenza di campionamento di 25000 o 50000 Hz di una emissione, per default, di tre secondi (in genere una [a]), calcola tutti questi parametri offrendo nel contempo rappresentazioni grafiche originali.

L’algoritmo di calcolo del jitter e shimmer effettua una media delle differenze di durata o ampiezza di periodi successivi adiacenti; il risultato può essere espresso in valore assoluto (jitter in μs: Jita, shimmer in dB: ShdB) o in percentuale (%) di- videndo rispettivamente i valori assoluti per il valore medio del Periodo Fondamen- tale e dell’Ampiezza (Jitt e Shim nel sistema MDVP). Altri parametri che esplorano le stesse caratteristiche sono ottenuti mediante sotto-medie di periodi adiacenti (3, 5, 11 o altri valori definibili dall’utente), e ciò al fine di ridurre l’errore dovuto ad inadeguata estrazione del Periodo Fondamentale. Ne derivano, in percentuale, i parametri RAP (Perturbazione Relativa Media: Relative Average Perturbation), PPQ (Quoziente di Perturbazione di fo: Pitch Period Perturbation Quotient), sPPQ (Quoziente Mediato di Perturbazione di fo: Smoothed Pitch Period Perturbation Quotient) per il jitter, ed i parametri APQ (Quoziente di Perturbazione di Ampiezza: Amplitude Perturbation Quotient), sAPQ (Quoziente Mediato di Perturbazione di Ampiezza: Smoothed Amplitude Perturbation Quotient) per il shimmer.

Le modulazioni di Frequenza ed Ampiezza, nelle loro caratteristiche di frequenza ed ampiezza (o profondità), sono espresse, per la frequenza (in Hz), dai pa- rametri Fftr (Frequenza del tremore della Fo: Fo – Tremor Frequency) e Fatr (Frequenza del tremore in ampiezza: Amplitude Tremor Frequency) e, per la profondità (in %), dai parametri FTRI (Indice di profondità del tremore in frequenza: Frequency Tremor Intensity Index) ed ATRI (Indice di profondità del tremore in am- piezza: Amplitude Tremor Intensity Index).

L’esame spettroacustico della voce

Le variazioni percentuali complessive a breve ed a lungo termine, casuali o re- golari, sono rilevate per la frequenza dal parametro vFo (Variazione di Fo: Fundamental Frequency Variation) e per l’ampiezza da vAm (Variazione di Ampiezza di Picco: Peak Amplitude Variation), calcolate rispettivamente dal rapporto fra la de- viazione standard ed il valore medio della fo e dell’Ampiezza.

Maggiori dettagli

I bilanci energetici spettrali in diversi range frequenziali sono espressi, in valore assoluto, mediante i parametri:
NHR (Rapporto Rumore-Armoniche: Noise to Harmonic Ratio): rapporto medio di energia fra le componenti disarmoniche (rumore) nella banda 1500- 4500 Hz e le componenti armoniche nella banda 70-4500 Hz.

VTI (Indice di Turbolenza: Voice Turbulence Index): rapporto medio fra le componenti di energia spettrale disarmonica (di rumore) nella banda 2800- 5800 Hz e le componenti di energia spettrale armonica nella banda 70-4500 Hz. Il parametro dovrebbe essere altamente correlato con la turbolenza secondaria ad incompleta o lenta adduzione delle corde vocali, cioè con la voce definita «soffiata».

SPI (Indice di Fonazione Sommessa: Soft Phonation Index): rapporto medio fra l’energia spettrale armonica nella banda 70-1600 Hz, e l’energia spettrale armonica nella banda 1600-4500 Hz. Questo parametro non è una misura del livello di rumore, ma piuttosto della struttura armonica dello spettro.

I rimanenti parametri sono relativi alla obbiettivazione della diplofonia (DSH in % o grado di diplofonia: Degree of sub-harmonic components, ed NSH in valore assoluto o numero di segmenti diplofonici: Number of Sub-Harmonic Segments), delle interruzioni momentanee della sonorità (DVB in % o grado di rotture della sonorità: Degree of Voice Breaks, ed NVB in numero assoluto o numero di rotture della sonorità: Number of Voice Breaks), e degli arresti irregolari della sonorità (DUV in % o grado di sordità: Degree of Voiceless, ed NUV in numero assoluto o numero di segmenti sordi: Number of Unvoiced Segments).

Il valore normativo di questi è per definizione uguale a zero in quanto una voce normale sostenuta non dovrebbe ave- re zone di interruzione né segmenti diplofonici. 
L’MDVP fornisce due videate grafiche di cui una consente di valutare «a vista» i valori parametrici in soglia o che eccedono la normalità, costituendo per l’otorino-foniatra quello che l’audiogramma è per l’audiologo, ed a ben ragione è dunque definito «vocaligramma» .

INCONTRIAMO LA VOCE